Verità per Giulio Regeni

CONTRATTO SANITA’. LA FP CGIL “CHI SI ACCONTENTA GODE…COSI’ COSI’…”

“Spiace constatare che invece di difendere le proprie posizioni di merito si sposi la logica dell’attacco frontale a chi la pensa diversamente. Fortunatamente nel Pubblico Impiego la maggioranza di chi rappresenta i lavoratori ha diritto di dire “no” ad un contratto che ritiene inadeguato: è la democrazia”.

Così la FP CGIL replica a Gennaro Ferrara della Cisl Fp che in questi giorni aveva attaccato mezzo stampa Cgil, Uil e Nursing Up per la mancata sottoscrizione del rinnovo del CCNL della Sanità Pubblica che a Reggio Emilia riguarda circa 5.500 operatori.

“L’aumento proposto a chiusura della trattativa avrebbe recuperato si e no il 6% a fronte di un’inflazione che si è avvicinata al 16%: sottoscriverlo avrebbe voluto dire autorizzare una decrescita programmata dei salari che, attuata col Governo, avrebbe rappresentato il benchmark di riferimento anche per i tanti contratti collettivi nazionali aperti nel settore privato” si legge nella nota del sindacato.

“L’accusa più grave, nonché ormai abbastanza trita, è quella di anteporre all’interesse dei lavoratori una impostazione ideologica, facendo politica. Se rifiutare soluzioni al ribasso al capitolo salari, da un Governo che nella recente legge di Bilancio (cui la Cisl ha espresso a più riprese il suo plauso) ha continuato a non investire sulla sanità pubblica è fare politica, siamo fieri di fare politica, occupandoci delle condizioni materiali delle persone che rappresentiamo”.

Rispetto poi alle altre “magnifiche sorti e progressive” che il mancato rinnovo secondo la Cisl Emilia Centrale impedirebbe, la FP CGIL esprime forti perplessità:“conti alla mano l’incremento medio salariale in busta paga sarebbe stato solamente di 50 € in quanto i lavoratori stanno già percependo un’indennità di vacanza contrattuale – spiega la Fp Cgil – Inoltre, le risorse sui fondi pari a 700 mila euro (solo per Reggio Emilia) sono meno della metà delle risorse che erano state stanziate nel rinnovo del contratto 19-21, risorse che servono a pagare le indennità giornaliere, le progressioni economiche, gli incarichi professionali e lo straordinario”.

“Ai lavoratori i sindacati che avrebbero firmato dicono che c’è un incremento medio di €170, nel quale però è compreso il riconoscimento per l’elevata qualificazione, che è un inquadramento professionale ad oggi inesistente, poiché mancano i decreti applicativi e lo stesso Governo non è stato in grado ancora di produrli”

“Riguardo agli arretrati di cui si parla inoltre, per un dipendente inquadrato in un ex livello Ds (oggi area delle professioni sanitarie e dei funzionari) corrisponderebbero a circa €600 lordi per tre anni.
Mentre le indennità che dovevano essere incrementate sono spalmate su 365 giorni, il che si traduce in pochi centesimi al giorno e, solo per alcuni operatori di alcuni servizi – spiega ancora la nota sindacale – Per noi questa rimane la svendita del Servizio sanitario e dei dipendenti pubblici, non è difficile capire il perché non è più possibile trovare del personale a servizio della sanità pubblica. L’ago della bilancia probabilmente saranno le RSU che si terranno in aprile dove il governo e l’Aran prenderanno atto del risultato, e provvederanno o ad integrare i fondi per il rinnovo della sanità o fare firmare il contratto a queste condizioni”.

“Infine, in merito alla settimana corta la stessa non è una legata ad una riduzione dell’orario di lavoro ma semplicemente ad una riproporzione delle ore lavorate: 9 ore su 4 giorni, inoltre sarebbe stata una proposta sperimentale e non vincolante per le amministrazioni”.

È importante ricordare che la CGIL a Reggio Emilia ha sempre chiesto l’incremento del personale sanitario e amministrativo, vista la mole di straordinario che viene fatta nei vari servizi, e che già da tempo le aggressioni nei confronti dei lavoratori sono diventate dei reati perseguibili d’ufficio attraverso una norma dello Stato.

L’invito del sindacato di via Roma è quello di abbassare i toni che restano inaccettabili: “usare termini come “ grande vergogna” “profeti del sindacalismo zero tituli” non aiuta sul territorio a mantenere un clima costruttivo che ci permetta di continuare a lavorare assieme nelle grandi sfide che in questa fase attraversano anche la nostra provincia e ci sia concesso dirlo – conclude la Fp – non appartiene alla tradizione di moderazione e stile che ha sempre caratterizzato la CISL anche nelle fasi di polemica più aspra”.

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