Verità per Giulio Regeni

I QUARANTASEI ANNI DELLA LEGGE 194. LA CGIL”OGGI PIU’ CHE MAI NECESSARIO TUTELARNE L’EFFETTIVA ESIGIBILITA'”

LA CGIL “NON E’ IMPEDENDO ALLE DONNE DI AUTODETERMINARSI CHE SI FANNO LE POLITICHE PER LA NATALITA’

Quarantasei anni fa nasceva la Legge 194 contenente le”norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza”.
Un anniversario quello di quest’anno che “ci ricorda quanto ogni conquista non sia mai da considerarsi come definitiva e quanto dobbiamo ancora vigilare ed operare nel quotidiano, ognuno per il suo ruolo, per difendere diritti acquisiti con lotte e perseveranza” dichiara Elena Strozzi della segreteria Cgil.

Mentre in Francia si festeggia l’inserimento del diritto all’interruzione di gravidanza nella Costituzione e si illumina la Tour Eiffel con le parole “mio è il corpo, mia è la scelta“, mentre il Parlamento europeo vota a favore dell’inserimento dello stesso diritto nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, “l’Italia tenta di svilire ed intimidire le donne e la loro possibilità di autodeterminarsi con una norma che permette alle Regioni di avvalersi all’interno dei consultori “del coinvolgimento di soggetti del Terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità”.

“Ci sembra un arretramento che preoccupa, per i modi, i contenuti ed il contesto storico inedito nel quale ci troviamo – sottolinea Strozzi – Il 16 maggio scorso, la ReteREsistente nata nel nostro territorio e che unisce tante realtà associative di donne di diverse provincie della regione, ha consegnato alla Commissione per la parità e i diritti della Regione Emilia Romagna un appello per la valorizzazione dei consultori e la difesa dei diritto di scelta delle donne. Come sindacato abbiamo aderito convintamente a questa RETE, consapevoli che di fronte a sfide straordinarie occorre andare oltre i normali perimetri di azione di ciascuno e percorrere tutte le strade che portano al raggiungimento degli obiettivi”.

I nuovi bisogni di salute, figli delle trasformazioni demografiche e sociali, rendono i consultori pubblici servizi ancora più necessari e per questo occorre difenderli, garantirli e potenziarli in ogni territorio. Nel nostro paese la situazione non è omogenea. Solo quattro regioni redigono annualmente una relazione a consuntivo degli obiettivi raggiunti rispetto alla programmazione iniziale (Emilia Romagna, Toscana, Veneto e Sicilia) e si rileva un generale sottodimensionamento di personale; sono infatti pochissime le regioni che garantiscono il monte ore necessario a tutte le figure professionali che devono operarvi, figura come ginecologi, ostetriche, psicologi e assistenti sociali.

“Come la Cgil rivendica già da tempo occorre garantire i livelli essenziali di assistenza, contraccettivi gratuiti, intervenire per superare la presenza degli obiettori, sostenere piani di assunzione mirati, impedire la presenza di associazioni e movimenti antiabortisti all’interno dei consultori e garantire il pieno rispetto della Legge 194, anche attraverso la possibilità di accedere alla IVG farmacologica – conclude la nota della Camera del Lavoro – Non è impedendo alle donne di scegliere cosa fare della loro vita e del loro corpo che si producono politiche per la natalità.
E’ solo attraverso la buona occupazione e una rete di servizi pubblici rispondente ai reali bisogni di una società in profondo cambiamento che si può invertire il calo delle nascite senza svilire il diritto, per noi non negoziabile, di ogni donna di decidere se diventare madre o no”.

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