Negli ultimi giorni è salita agli onori della cronaca la vicenda, relativa alla revoca da parte della Prefettura di Reggio Emilia dei richiedenti asilo inseriti nei progetti CAS (Centri di Accoglienza Straordinaria). Tale revoca, determinata dal fatto che i migranti hanno raggiunto per lo Stato un “reddito minimo, idoneo al sostentamento”, produce automaticamente la decadenza della condizione di indigenza e di conseguenza il requisito intrinseco al progetto accoglienza.
Ciò comporta non avere più diritto a beneficiare dell’alloggio e la restituzione – da parte dei migranti -dell’intero importo del progetto di accoglienza ;
“Questo provvedimento , applicato con rigore dalla Prefettura , rischia tuttavia di produrre ulteriori forme di isolamento e discriminazione”, dicono Elena Strozzi Segreteria Cgil , Chiatto Domenico della segreteria Cisl Emilia Centrale e Ferdinando Guidetti Uil , “andando di fatto a penalizzare gravemente coloro che con impegno e non senza difficoltà hanno intrapreso percorsi di progressiva ricerca di autonomia, linguistica ed economica “.
Ora i migranti revocati dai progetti di accoglienza, rischiano di essere spinti di nuovo nell’oblio, indotti a lasciare il lavoro o in balia della ricerca di un alloggio ad oggi praticamente impossibile per loro da trovare.
“Due sono gli aspetti sui quali vogliamo porre l’attenzione – dicono i tre sindacalisti – anche in considerazione della non omogeneità di applicazione di tale norma sul territorio regionale: auspichiamo che Prefettura e amministrazione comunale rintraccino soluzioni idonee alla mitigazione o alla sospensione delle ingiunzioni di pagamento, ma soprattutto che si definisca un percorso di accompagnamento piu’ dettagliato in uscita dal progetto accoglienza dei CAS affinchè i richiedenti asilo possano contare anche su una rete di alloggi adeguati. Tutto ciò anche alla luce di questi due anni di pandemia , che ha reso oggettivamente piu’ complicato per i migranti trovare disponibilità di alloggi al di fuori dei percorsi accoglienza”.
In tal modo, si possono accompagnare i migranti attraverso percorsi di inclusione rafforzando la conoscenza degli obblighi di legge.
“Ci pare utile inoltre che l’amministrazione comunale mantenga un monitoraggio attivo attraverso le cooperative sociali locali che si occupano dei percorsi d’inclusione nell’ambito dell’accoglienza ai migranti, affinchè le situazioni di vulnerabilità siano segnalate per tempo ai servizi sociali.
Come OO.SS, infine, auspichiamo che la Prefettura possa comunque procedere tenendo conto del principio di proporzionalità dei rimborsi richiesti, proprio per garantire il proseguimento dei percorsi di inclusione sociale, oltre che facilitare la ricerca di alloggi dignitosi. Questo ultimo aspetto non rappresenta certamente una criticità nuova anche per la nostra città ma sicuramente la crisi sociale , sanitaria ed economica degli ultimi due anni ha aggravato il fenomeno di cui dobbiamo tutti farci carico.