L’ingresso dei Talebani a Kabul, l’aereo militare pieno di civili decollato dalla capitale, i tentativi di fuga di una popolazione disperata: tutte immagini, passate attraverso tv e social, che ci hanno sconvolto ma che non ci mostrano le donne afghane. Dove sono le donne ?
Di certo molte di queste donne, espressione di un Paese in grande contraddizione, sono cresciute rivendicando il diritto all’istruzione, al lavoro, il diritto di parola e d’informazione, il diritto alla libertà di scelta e di vita. E all’improvviso proprio queste donne sono state sconvolte e oscurate.
Un arretramento repentino che pesa sui loro corpi e sulle loro vite.
E’ chiaro che colpire le donne significa violare un intero popolo. Ed è altrettanto chiaro che a pagare la politica fallimentare della diplomazia internazionale sono prioritariamente le donne, e che proprio sul terreno dell’emancipazione femminile si gioca buona parte dei destini della democrazia ad ogni latitudine.
Una democrazia “internazionale” decisamente perdente che non ha sostenuto l’emancipazione dei corpi sociali e la costruzione di una società di diritti paritari. Molte donne afghane si trovavano sicuramente in contesti svantaggiati (anche a causa del fortissimo dislivello sociale tra le zone rurali e quelle più urbanizzate), ma negli ultimi anni la situazione era, per alcune di esse, in via di miglioramento e pertanto oggi è ancora più straziante l’idea di un arretramento che rischia di arrestare per sempre questo faticoso cammino.
Come Cgil di Reggio Emilia, Rete delle Donne della Cgil e Coordinamento donne Spi vogliamo esprimere la nostra vicinanza ad ognuna di quelle bambine, ragazze, donne aderendo all’appello delle Associazioni Orlando.Women, e Casa Internazionale delle Donne a livello regionale e nazionale.
Chiediamo con forza alla Presidenza della Commissione europea e al governo italiano che:
- Vengano attivati corridoi umanitari internazionali permettendo flussi migratori assistiti e protezione internazionale;
- Si presti soccorso alle donne e attiviste che si sono distinte nel combattere la violenza talebana e che intendono rimanere attiviste clandestine nel loro paese ;
- Venga data assistenza e aiuto prioritario alle bambine e alle donne oggetto principale di rastrellamenti, violenze, stupri e interdizione al diritto al lavoro;
- Si delinei una posizione politica netta e condivisa di accoglienza alle profughe e profughi afghani, offrendo anzitutto asilo e assistenza;
- Si deliberi una politica estera condivisa a livello europeo che si opponga a regimi terroristici che negano diritti civili e sociali alle popolazioni.
Concludiamo ribadendo il nostro impegno a mantenere alto il livello di attenzione nei confronti del dramma che le donne dell’Afghanistan stanno vivendo.
CGIL Reggio Emilia
Coordinamento Donne Spi Cgil Reggio Emilia