La riapertura delle scuole a settembre si preannuncia in salita, tra nuove incognite (spazi inadeguati a garantire il distanziamento) e annosi problemi (personale da nominare).
Cgil Cisl e Uil provinciali, insieme alle categorie della Scuola, esprimono preoccupazione per il futuro prossimo della nostra scuola.
Il forte ritardo del Ministero nell’emanazione delle linee guida lascia tempi molto stretti alle scuole per riorganizzarsi e la genericità delle indicazioni scarica sulle autonomie scolastiche una grande responsabilità, col rischio di soluzioni molto diversificate sul territorio nazionale, condizionate dalle strutture a disposizione e dalle eventuali risorse che gli Enti Locali potranno fornire -prima di tutto gli spazi- laddove le aule scolastiche non abbiano la capienza necessaria per accogliere le classi .
“Considerata la necessità di mantenere un metro di distanza tra “bocca e bocca” a Reggio Emilia si stima che ci saranno alcune decine di scuole che non avranno gli spazi per accogliere tutte le classi autorizzate – sottolineano i sindacati – Potrebbe quindi esserci la necessità di “sdoppiare” le classi e a quel punto mancherebbero gli insegnanti”.
Se le risorse di personale aggiuntivo invece verranno confermate, come è stato promesso dalla Ministra Azzolina, allora potrebbe essere un’opzione praticabile.
In questa fase però le scuole, che hanno già accertato il numero di classi da sistemare all’esterno degli istituti, stanno verificando con Comune e Provincia, disponibili a mettere a disposizione ulteriori spazi pubblici, la possibilità di assicurare un’aula per ogni classe.
“Diversamente – continuano i sindacati – la mancanza di spazi e personale docente potrebbe portare ad una riduzione del tempo scuola – che sarebbe una soluzione non auspicabile – oppure ad un’alternanza tra didattica in presenza e didattica a distanza, che però potrebbe essere sostenibile solo nei gradi superiori di istruzione e da evitare nei cicli di scuola primaria e secondaria di primo grado”.
Un altro punto dolente sono le cattedre scoperte e i tempi per il reclutamento dei supplenti. Gli ultimi dati parlano di 85 mila posti vacanti per docenti dopo i trasferimenti, mancano però ancora i numeri del personale Ata ed inoltre si devono aggiungere i posti di sostegno in deroga.
Pertanto, si calcola che i supplenti coinvolti nel prossimo anno scolastico, senza ridurre il numero di alunni per classe, saranno quasi 200 mila. Di fatto un sesto del totale degli organici.
Nella provincia di Reggio Emilia attualmente i posti scoperti sono quasi mille per i docenti e oltre 260 per il personale ATA. I sindacati stimano che con l’incremento del numero classi causa Covid, e gli indispensabili posti di sostegno in deroga che saranno assegnati (ne occorreranno quasi 700 per mantenere il rapporto uno a tre dello scorso anno). In totale i posti scoperti nelle scuole reggiane saranno oltre tremila, quasi un terzo dell’ organico complessivo .
Ecco perché il fattore tempo è così importante.
Per reclutare un contingente così alto di supplenti sarà infatti necessario rinnovare le attuali graduatorie provinciali – che coinvolgeranno diverse migliaia di persone solo per la nostra provincia – e concludere le procedure che porteranno alla copertura dei posti in un tempo record, tenendo conto che negli anni scorsi le ultime nomine sono state fatte a fine novembre.
I sindacati infine ribadiscono che occorre in ogni modo non penalizzare ulteriormente studenti e famiglie e mettere in campo tutte le risorse necessarie per garantire una scuola in presenza per tutti che permetta di ricostruire la dimensione psicologica-relazionale del rapporto docente-studente e di recuperare anche le inevitabili lacune negli apprendimenti prodotte nella fase del lock down.