“La decisione di Seta di mettere in votazione all’interno del Cda il proprio piano industriale tenendo totalmente all’oscuro i Soci pubblici dell’azienda è un pessimo segnale”. Cosi la Cgil di Reggio Emilia che aggiunge “ci chiediamo se abbia ancora senso, dato l’atteggiamento dell’azienda, parlare per i territori di Reggio Emilia, Modena e Piacenza di trasporto “pubblico””.
L’idea che questo tipo di gestione sia una risposta dell’Azienda alla legittima richiesta di presa visione preventiva del piano da parte dei Sindaci e dei Presidenti di Provincia dei territori soci si configura come un “segnale di protervia ed insofferenza di Seta verso chi ha la responsabilità pubblica di far funzionare un sistema di trasporto pubblico di qualità – sottolinea Luca Chierici della Segreteria Cgil – Abbiamo osservato un atteggiamento simile anche nel corso del 2024, quando a fronte della disponibilità di Provincia e Comune di Reggio Emilia a rendere accessibile un’importante cifra destinata al miglioramento delle condizioni lavorative dei dipendenti, l’Azienda ha lasciato passare mesi prima di esplicitare se fosse interessata o meno ad utilizzare tali risorse, risorse su cui ancora attendiamo di capire se vi sia un effettivo via libera della Corte dei conti e su cui chiediamo un riscontro in tempi brevi”.
“Questo modello di gestione di un’azienda pubblica è da respingere totalmente – rincara la Cgil -. Riteniamo doveroso che le Istituzioni chiedano conto al management aziendale, prendendo le dovute contromisure atte ad assicurare un’effettiva gestione pubblica del TPL locale. Ci aspettiamo, inoltre, che il piano industriale venga a breve presentato anche alle Organizzazioni sindacali, auspicando che siano previste le necessarie risorse economiche per dare risposte alle richieste avanzate dalle lavoratrici e dai lavoratori e per le quai sono già state presentate piattaforme rivendicative, solo parzialmente coperte nel corso del 2024 grazie agli accordi sindacali sottoscritti”.