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METALMECCANICI, 16% DI GAP SALARIALE.FIOM “IL CCNL È LA SOLUZIONE”

La Fiom Cgil di Reggio Emilia ha presentato questa mattina una nuova ampia analisi dei Rapporti Biennali sul personale maschile e femminile che tutte le imprese con più di 50 addetti devono compilare ogni due anni.
Sotto osservazione 130 aziende e oltre 37mila lavoratrici e lavoratori, quasi tre addetti su quattro per il settore metalmeccanico della nostra provincia. Dati che i metalmeccanici della Cgil hanno analizzato voce per voce traendone una sintesi delle differenze tra uomini e donne nel reggiano.

“Le donne metalmeccaniche guadagnano il 16% in meno della media di settore – sottolinea Florencia Sember, del Centro Studi della Camera del Lavoro che ha curato l’analisi dei rapporti – meno del gender gap generale che è il 22%, probabilmente per una presenza inferiore di part-time involontari e una grande diffusione della contrattazione collettiva aziendale”.

L’analisi della Fiom oltre a quantificare le differenze salariali tra uomini e donne, cerca di individuarne le cause, e propone delle soluzioni.

“Tutti gli elementi individuali della retribuzione, come superminini, premi, passaggi di livello, straordinari, producono una pesante differenza salariale tra uomini e donne” prosegue Sember.
Le impiegate donne guadagnano 11.387 euro in meno dei colleghi, pari a tre mensilità e mezzo di media, le operaie donne guadagnano 4.594 euro in meno dei colleghi, equivalente in media a due mesi in meno.
“E’ come se le operaie iniziassero a percepire il salario dal primo di marzo di ogni anno” commenta Sember

“Il dato impressionante è che, ad esempio, gli impiegati uomini percepiscono in media il doppio di superminimi individuali, circa 250 euro al mese in più” dichiara la Fiom.
Tra gli operai una differenza salariale importante è riscontrabile nella retribuzione degli straordinari, dove gli uomini percepiscono 818 euro in più ogni anno di media.

“Questa differenza è la conseguenza di uno squilibrio nel lavoro di cura dentro le famiglie, quasi sempre a carico delle donne, che quindi hanno meno disponibilità a fermarsi dopo l’orario di lavoro” spiega la Fiom di Reggio Emilia.

Che il lavoro di cura, nella gestione domestica e dei figli, sia più spesso a carico delle donne emerge dalla diffusione del part-time, – 17,4% tra le donne e solo 1.3% tra gli uomini – e dall’utilizzo del congedo parentale che si assesta al 5,3% mentre per gli uomini al 2,4%.

Pur non essendoci dati precisi a riguardo “la lettura dei 130 rapporti mostra come le donne siano mediamente inquadrate a livelli professionali, e quindi retributivi, inferiori- prosegue la nota della Fiom – e questo è un altro elemento in cui conta molto la discrezionalità di impresa”.

“La massa salariale complessiva a disposizione delle imprese è in parte regolamentata dalla contrattazione collettiva e in parte dalla contrattazione individuale – spiega la Fiom – maggiore è la quota collettiva, minori sono le disuguaglianze di genere”.

Che il contratto collettivo nazionale aiuti a ridurre le disuguaglianze lo si può comprendere anche dai dati che emergono dalla formazione svolta in azienda, che vede il 59% degli uomini fare formazione a fronte del 57% delle donne, un dato praticamente identico, in un settore in cui le lavoratrici e i lavoratori hanno diritto, grazie al contratto nazionale, a 24 ore di formazione obbligatoria ogni triennio.

“L’analisi dei dati ci restituisce una fotografia limpida delle diseguaglianze di genere e delle sue cause – conclude la nota della Fiom reggiana – a nostro avviso la soluzione è riconoscere sostanziosi aumenti nei contratti collettivi, che è l’obiettivo degli scioperi che proseguiranno nei prossimi giorni, ridurre l’orario di lavoro a parità di salario e maggiori strumenti di conciliazione vita/lavoro e di sostegno alla genitorialità”.

QUI L’ANALISI DEL RAPPORTO

I DATI
Il “potere” nelle aziende è declinato al maschile: il 93% dei dirigenti e l’85% dei quadri sono uomini

Gap salariale al 16%: il gender gap nei metalmeccanici è più basso rispetto al 22% generale della nostra provincia, probabilmente grazie alla diffusa contrattazione collettiva e a una minor incidenza del part-time involontario.

Superminimi individuali a svantaggio delle donne: i superminimi individuali degli uomini sono doppi rispetto alle donne, in media 250 euro al mese tra gli impiegati.

Straordinari superiori tra gli uomini: gli operai uomini percepiscono dal lavoro straordinario tre volte in più delle colleghe donne.

Il salario accessorio crea le disuguaglianze: premi, straordinari, superminimi individuali insieme sono la principale causa di differenza (5.436 euro l’anno tra gli impiegati, 1.601 tra gli impiegati)

Il lavoro di cura è sulle spalle delle donne: il part-time viene utilizzato dal 17,4% delle metalmeccaniche (1,3% tra gli uomini) e il congedo parentale dal 5,3% delle dipendenti donne (2,4% tra gli uomini)

Contratto collettivo uguale per tutti: gli aumenti medi dell’ultimo triennio nell’industria metalmeccanica sono stati di 311 euro mensili, uguali per donne e uomini.

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