Verità per Giulio Regeni

ASPETTANDO “LOTTO” MARZO. IL LAVORO DELLE DONNE: FOCUS SUL MERCATO DEL LAVORO IN PROVINCIA DI REGGIO EMILIA

In occasione della Giornata internazionale della donna, anticipandola di qualche giorno, la Camera del Lavoro ha organizzato per lunedì 3 marzo un momento di dibattito e riflessione sul tema della disparità di genere nel mercato del lavoro: un problema che riguarda tutti.

Il mercato del lavoro italiano continua, infatti, ad esser segnato da una profonda disparità di genere, un divario che si fatica a colmare. Sebbene le donne costituiscano una parte fondamentale della forza lavoro i dati mostrano chiaramente come le sfide per le donne siano maggiori su diversi fronti rispetto a quelle dei colleghi uomini.

“Davanti a roboanti annunci sulla crescita dell’occupazione che esponenti del Governo ripetono a mo’ di mantra è necessario indagare di che tipo di occupazione stiamo parlando- dichiara Elena Strozzi, Segreteria Cgil provinciale – perché la realtà quotidiana vissuta dalle persone, la cui valutazione risponde a numerosi criteri qualitativi come il tempo, la remunerazione, la corrispondenza con le proprie competenze ed altro, non corrisponde a ciò che viene con grande enfasi annunciato da questo Governo”.

“Due decenni di leggi sbagliate hanno prodotto una forte precarizzazione delle condizioni di lavoro e di vita delle persone e tra queste molte sono donne – continua Strozzi in una nota – Non basta rallegrarsi perché cresce il tasso di occupazione, il lavoro deve essere sicuro, stabile e dignitoso”.

Segregazione professionale, disparità retributive, discontinuità dei contratti, quantità di ore e/o settimane lavorate, sono tutte variabili che determinano la qualità del lavoro e, nel futuro, della pensione. Il consolidamento dell’andamento positivo del mercato del lavoro nel 2023 non ha comportato la riduzione dell’incidenza della povertà di famiglie ed individui, ostacolata dall’impatto dell’inflazione, il che significa che si diventa poveri anche lavorando.

Di seguito riportiamo alcune delle conclusioni più rilevanti emerse dal rapporto “ Disuguaglianze di genere nel lavoro: il caso di Reggio Emilia”, curato dalla ricercatrice Florencia Sember.

  • Per quanto riguarda l’accesso al mercato del lavoro la disparità di genere è molto significativa: le donne rappresentano il 43,7% degli occupati e il 61,6% dei disoccupati.
  • Il tasso di inattività femminile è del 32,4%, mentre quello maschile è del 20%, a dimostrazione della bassa partecipazione femminile al mercato del lavoro.
  • Le donne tendono a concentrarsi nei settori economici meno remunerati. Inoltre, in ogni settore gli uomini sono pagati meglio delle donne. Il divario di genere nella retribuzione media annua nel settore privato non agricolo è pari a -22,1%.
  • Le donne occupano posizioni meno qualificate rispetto agli uomini, il divario di genere è del -33,8% per i dirigenti e del -72,1% per i quadri. Inoltre, all’interno di ciascuna di queste categorie, le donne sono meno retribuite.
  • Anche la retribuzione oraria lorda media è sfavorevole alle donne (divario pari a -8%).
  • Il divario di genere in termini di orario di lavoro è molto significativo, soprattutto per quanto riguarda il lavoro part-time. L’incidenza del lavoro a tempo pieno è tra le donne quasi del 15% inferiore alla media, mentre l’incidenza del lavoro part-time tra le donne è del 74% superiore alla media.
  • Le attivazioni nette nel 2023 sono state pari al 59,2% per gli uomini e al 40,8% per le donne.
  • Nelle attivazioni dell’anno 2023, la tipologia contrattuale con maggiore incidenza per le donne è il lavoro a tempo determinato e intermittente, mentre il divario di genere per il lavoro a tempo indeterminato è pari a -20,5%.
  • Nelle attivazioni a tempo pieno il divario di genere è del -16,3%, mentre nelle attivazioni a tempo parziale è del 46,6%. Questi risultati sono in linea con quelli ottenuti a livello regionale.
  • In tutti i settori economici, ad eccezione del tessile, l’incidenza del lavoro a tempo pieno è più elevata tra gli uomini che tra le donne. I settori in cui questo fenomeno è più pronunciato sono edilizia, servizi e trasporti-logistica.
  • Se osserviamo i dati classificati per cittadinanza, notiamo che le donne provenienti da Paesi extra-UE sono le più penalizzate: solo il 26,4% delle attivazioni di cittadini extra-europei corrisponde a donne.

“Questi numeri non sono solo statistiche: sono donne che ogni giorno si scontrano con barriere ingiuste – sottolinea Strozzi – Le disparità di genere nel lavoro non sono inevitabili, ma sono il risultato di strutture e norme sociali che perpetuano la discriminazione. È fondamentale sensibilizzare e agire per abbattere queste barriere e per promuovere un ambiente di lavoro più equo ed inclusivo. La parità di genere non è solo una questione di giustizia sociale, ma anche di crescita economica e benessere per tutti”.

Di tutti questi temi si è parlato lunedì 3 marzo alle ore 16:45 in Camera del Lavoro a Reggio Emilia con Francesca Cavazzoni, Insegnante e autrice del libro “Inadeguata”, Giovanna Fullin, Professoressa ordinaria di sociologia del lavoro Università Milano Bicocca, Claudia Martinelli, Consigliera Provinciale delega pari opportunità e Florencia Samber, Coordinamento attività scientifica e analisi economica Cgil Reggio Emilia. Sarà presente all’iniziativa anche Lara Ghiglione della Cgil nazionale.

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