Verità per Giulio Regeni

TERREMOTO GIUDIZIARIO IN LIGURIA. CGIL E FILCTEM“SU IREN OCCORRE MAGGIOR CONTROLLO PUBBLICO E UN MODELLO DI CONDOTTA CHE PARTA DALLA TUTELA DEGLI UTENTI“

“Dopo il terremoto giudiziario che ha coinvolto, tra gli altri, il Presidente della Regione Liguria Toti e l’Ad di Iren Signorini occorre fare chiarezza e tracciare un punto zero sul modello di gestione dell’Azienda partecipata dell’energia, a partire dalla politica”.
Così Luca Chierici della Segreteria provinciale Cgil in merito ai fatti emersi dall’inchiesta ligure.

“Certamente nessuno poteva prevedere quanto accaduto – sottolineano Cgil e Filctem – e certamente vale per tutti la presunzione di innocenza, ma il terremoto giudiziario che ha coinvolto Signorini non è “neutro” sugli andamenti in borsa della SPA, al contrario il crollo del titolo azionario incide anche sulle finanze pubbliche ed i Sindaci, che dovrebbero controllare la Società, non possono voltarsi dall’altra parte, anche per evitare di essere costretti ad affrontare, nel futuro, non auspicabili riverberi sulla occupazione”.

“Occorre un maggiore controllo da parte degli Amministratori pubblici in merito ai profili selezionati per dirigere le imprese partecipate ed occorre che i soci pubblici (che detengono la maggioranza della SPA) non appaiano come spettatori in questa vicenda ma che esercitino maggiore protagonismo nelle decisioni aziendali – si legge nella nota della Cgil reggiana congiuntamente alla Filctem Cgil provinciale – Il profilo dei dirigenti delle aziende a controllo pubblico possono senz’altro rispondere a logiche di tipo manageriale, ma debbono necessariamente anche avere profili comportamentali adeguati al ruolo che vengono chiamati a ricoprire. Se dovesse essere confermato quanto si legge in questi giorni sulla stampa, in riferimento ai comportamenti ed allo stile di vita dell’Ad dell’azienda energetica, non si potrebbe non interrogarsi sul tipo di valutazioni e motivazioni che hanno portato alla sua nomina”.

“La condotta dei soggetti chiamati a guidare le Partecipate, infatti, non può che riflettersi anche nelle scelte strategiche delle stesse, che nel caso di Iren hanno portato ad un esplosione dell’indebitamento e ad un utilizzo degli utili spinto a “premiare” pochi anziché rivolto alla riduzione delle tariffe per le famiglie, come da noi più volte denunciato – conclude Chierici – Questo conflitto di interessi va sanato, e per farlo occorre che il soggetto pubblico decida nei fatti di esercitare la propria quota di maggioranza: il “controllo pubblico” non può essere solo sulla carta ma deve essere agito a tutela e garanzia di tutti, a partire dai soggetti più fragili (utenti e famiglie) che sempre più spesso sono chiamati a pagare le scelte di imprese che nei fatti non differiscono in nessun aspetto da imprese totalmente private”.

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