Sono oltre 300 le tute blu reggiane appartenenti al settore dell’Automotive e della componentistica che questa mattina sono partite in direzione Roma con treni e pullman per partecipare allo Sciopero Generale di 8 ore indetto dalle Segreterie Nazionali di Fim Fiom e Uilm.
Nel nostro Paese non si vedeva uno sciopero generale che coinvolgesse tutto il settore auto da oltre 30 anni, l’ultimo era stato nel 1994 per il gruppo Fiat, ma questa volta a scioperare sono anche i lavoratori delle aziende della componentistica auto, non solo Stellantis ed ex stabilimenti Fiat.
“Nella nostra Provincia hanno aderito realtà importanti facenti parte del settore automotive come Landi, Metasystem, Spal Automotive, Mta, AVL, ASK, Nexion, Snap On, Giuliano, Re.Vi.Fa. Vertex per un totale di oltre 2000 addetti. – dichiarano i Segretari territoriali di Fim Fiom e Uilm, Alessandro Bonfatti, Simone Vecchi e Jacopo Scialla – Le conseguenze della crisi del settore dell’auto e della componentistica stanno impattando su tutto il territorio nazionale e sicuramente anche sul nostro territorio avremo delle ripercussioni.”
“Questo sciopero unitario è importante perché, a causa del disinvestimento di Stellantis e della mancanza di politiche industriali a livello nazionale ed europeo, il settore è pesantemente in crisi e ogni anno sono migliaia gli addetti in meno nel mondo automotive” proseguono Fim Fiom Uilm di Reggio Emilia.
In questi stessi giorni si stanno mobilitando anche i sindacati metalmeccanici del settore auto negli Stati Uniti, dove il sindacato UAW ha aperto la procedura di voto per lo sciopero in tutti gli stabilimenti Stellantis.
Per la prima volta nella storia il settore auto è attraversato da scioperi e mobilitazioni sindacali coordinati a livello internazionale in cui le organizzazioni dei lavoratori chiedono all’Europa, agli Stati e alle multinazionali dell’auto europee di investire per difendere l’industria automobilistica, l’indotto di componentistica, a tutela dei posti di lavoro in questa fase di transizione energetica.
“L’Europa, il Governo e Stellantis devono dare risposte. A Bruxelles e a Roma: chiediamo un pacchetto straordinario di risorse per sostenere la transizione del settore attraverso investimenti in ricerca, sviluppo, progettazione, ammortizzatori sociali, batterie e infrastrutture di ricarica. Questi investimenti pubblici devono vedere la partecipazione dei privati e dovranno essere concessi esclusivamente alle aziende che garantiscono l’occupazione e il futuro degli stabilimenti. Questa è la politica industriale che chiediamo a Bruxelles e a Roma.Dobbiamo impedire che gli errori delle multinazionali e le speculazioni finanziarie siano scaricati sui lavoratori in termini di occupazione, salario e diritti” prosegue la nota dei sindacati.
All’iniziativa partecipano migliaia di lavoratori provenienti da tutta Italia con appuntamento alle ore 9.30 in piazza Barberini per poi proseguire in corteo fino a piazza del Popolo dove sono previsti interventi dei Lavoratori e dei Segretari Nazionali De Palma, Iuliano e Palombella.
“Oggi l’intera filiera si trova in una situazione drammatica – continuano i tre segretari – e lo sciopero odierno si pone non solo l’obbiettivo di salvaguardare l’occupazione, ma anche quello di rivendicare politiche industriali nazionali ed europee che puntino alla tutela ed alla prospettiva futura di un settore industriale fondamentale per l’economia del nostro Paese”.
“Stellantis aveva promesso di non ridurre l’occupazione e di non chiudere stabilimenti portando nuovi modelli da produrre nelle fabbriche italiane, ma nella realtà invece si sono persi oltre 14.000 posti di lavoro e sono stati chiusi gli stabilimenti di Grugliasco ed il centro ricerca di Modena, mentre il Governo aveva annunciato 1 milione di veicoli in Italia che nella realtà saranno circa 300 mila, utilizzando anche soldi pubblici per incentivi privi di effetti sull’occupazione. – concludono Fim Fiom Uil provinciali – Piazza del Popolo piena di impiegati ed operai del settore auto, i sindacati uniti, una proposta forte,sono segnali chiari di come non si possa più aspettare per avere risposte concrete e lungimiranti dalla politica e dalle imprese”.