“Apprendiamo dagli organi di stampa dell’intervenuto accordo tra Comune, Max Mara e l’imprenditore Giorgio Bosi che sancirà la nascita del “Polo della moda” laddove sorgevano le Fiere di Reggio. Esprimiamo perplessità per un’operazione che non ci ha visto mai coinvolti a nessun livello – scrivono in una nota Cgil, Filctem e Filt – Il Comune abbandona il disegno di rilanciare il polo fieristico, contrariamente alle altre città capoluogo, rinunciando ad una operazione di prospettiva verso la ricerca di una maggiore vocazione turistica del territorio.
In sede di presentazione del PUG, l’Amministrazione comunale aveva dichiarato di non volere grandi poli logistici che potessero rappresentare aree di lavoro povero. In occasione di una nostra iniziativa dal titolo “ La logistica dei diritti”, titolo non casuale, tale impegno era stato ribadito con convinzione.
Max Mara, il committente di un’attività – quella della logistica- tutta eseguita in appalto, non ha legato nella storia il suo brand alla difesa dei diritti dei lavoratori, attualmente non intrattiene relazioni sindacali, non applica il CCNL del Tessile ma un regolamento interno, ed ha fatto di queste sua peculiarità, un vanto a livello nazionale.
Si parla di 800 posti di lavoro. Siamo sempre favorevoli alla creazione di nuova occupazione purché sia “buona occupazione”. Segnaliamo, a titolo meramente esemplificativo, che le tariffe applicate attualmente da Max Mara non ci stanno consentendo di negoziare con le aziende appaltatrici nemmeno un ticket mensa, il pagamento dei primi tre giorni di malattia, e, in un caso, l’applicazione integrale del Ccnl merci e logistica.
Se da un lato è comprensibile la logica del colosso reggiano della moda, volta a accentrare ed efficientare un ramo della sua attività divenuto sempre più strategico e all’oggi ubicato in diversi siti, come anche la difficoltà di rilanciare investimenti in questa zona, meno comprensibile e’ l’atteggiamento dell’Amministrazione comunale uscente, che pare non aver riflettuto, oltre che sulle evidenti criticità che abbiamo elencato, anche su problemi non proprio marginali quali, impatto ambientale, traffico, e inquinamento atmosferico. Si parla di aree verdi ed edifici autonomi sul piano energetico. Ci pare abbastanza complicato realizzarli visto il cor business destinato a occupare quello spazio.
Come Filctem , Filt e Cgil continueremo a tutelare le lavoratrici e i lavoratori di Max Mara (diretti e indiretti) col massimo impegno non stancandoci mai di denunciare come il lavoro in appalto sia sempre più incubatore di precarietà e lavoro povero.
Auspichiamo che la prossima Amministrazione si intesti come priorità la battaglia per il lavoro dignitoso favorendo il dialogo fra tutti gli attori coinvolti e agevolando tavoli di confronto e trattativa”.