Dati Allarmanti. Un bollettino di guerra che rischia di venire percepito come fisiologico, ma che fisiologico o normale non può essere considerato.
Alla vigilia delle elezioni regionali il modello emiliano romagnolo sembra scricchiolare. La “trimestrale” dell’INAIL certifica un aumento delle morti sul lavoro e degli infortuni. Quanto accaduto recentemente alla Toyota di Bologna rappresenta solo l’ultima tragedia in ordine di tempo. E anche nella nostra provincia la musica non cambia e le morti sono drammaticamente aumentate se confrontate con il 2023.
Cosa sta succedendo?
“Il modello produttivo è malato”. Dichiara Cristian Sesena Segretario generale CGIL: “con un Governo che ripete come un mantra che non bisogna disturbare chi produce. Chi produce lo fa comprimendo diritti e salari, peggiorando le condizioni di chi lavora a partire dalle norme a tutela della salute e sicurezza che sono sempre più ritenute dalle aziende un costo e non un investimento. Lo sciopero generale che assieme alla UIL abbiamo indetto per il 29 novembre è anche e soprattutto in difesa della dignità del lavoro che deve tornare ad essere anteposta al profitto a tutti i costi e contro un modello produttivo che si regge sullo sfruttamento delle persone”.
L’impegno del sindacato anche sul piano locale non manca, come testimoniano i tavoli che le organizzazioni sindacali unitariamente stanno portando avanti con la Provincia, la Prefettura, la Camera di Commercio, e che hanno già prodotto un primo risultato: l’imminente apertura di uno Sportello Salute e Sicurezza sul Lavoro (SSL) per garantire adeguati livelli di conoscenza della materia alle imprese. Si vuole poi metter mano ai protocolli sugli appalti esistenti col Comune capoluogo e le Unioni provinciali per introdurre anche lì tutele per chi lavora.
Servono però altri interventi normativi che solo il Governo può mettere in campo come conferma Roberto Rinaldi Coordinatore UIL di Reggio Emilia:
“Da tempo ci stiamo battendo per raggiungere un obiettivo di civiltà che è sintetizzabile nello slogan: “zero morti sul lavoro”. Assieme a CGIL chiediamo l’introduzione del reato di omicidio colposo sui luoghi di lavoro per gli imprenditori che si rendono responsabili di violazioni tali da provocare la morte dei propri lavoratori; il cambiamento deve essere innanzitutto culturale: la salute e la sicurezza non sono un optional. Ogni lavoratore ha diritto di tornare sulle sue gambe a casa finita la propria giornata di lavoro. È importante altresì fare di più per rendere persone i tanti lavoratori fantasma, che lavorano in nero, che sono sfruttati, pensiamo quindi che sia necessario aumentare i controlli e gli ispettori”. CGIL e UIL invitano tutti a mobilitarsi contro questa strage troppo silenziosa aderendo allo sciopero nazionale del 29 novembre e alla manifestazione regionale che si terrà a Bologna.