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BERGO SRL DI LENTIGIONE DI BRESCELLO: SCIOPERO DI 8 ORE CON PRESIDIO PER IL RINNOVO DEL CONTRATTO INTEGRATIVO

LA FIOM “CONTINUA LA MOBILITAZIONE IN MANCANZA DI RISPOSTE POSITIVE DA PARTE DELL’AZIENDA”

Si sono fermati per otto ore questa mattina le lavoratrici e i lavoratori della Bergo Srl di Lentigione di Brescello, azienda di circa 40 dipendenti che si occupa di lavorazione di lamiere.
Uno sciopero con presidio davanti ai cancelli dell’azienda proclamato per il rinnovo del contratto aziendale in stallo ormai da mesi.

L’invio della piattaforma contrattuale con le richieste economiche e normative da parte della Fiom Cgil risale all’aprile scorso ma solo in giugno si è tenuto il primo incontro tra i rappresentanti sindacali e aziendali.
“Un incontro in cui l’azienda ha manifestato la propria indisponibilità a riconoscere alcunché sulla parte economica – spiega Davide Fellini, che per la Fiom Cgil segue l’azienda – Per questo motivo nei giorni successivi i lavoratori riuniti in assemblea hanno proclamato un pacchetto di 16 ore di sciopero”.

La mobilitazione iniziata con quattro ore di sciopero effettuate già alla fine di giugno non ha prodotto avanzamenti concreti proprio a causa della manifesta indisponibilità aziendale ad aprire il confronto “in particolare sul riconoscimento dei buoni pasto – si legge nella nota della Fiom – e sull’assorbibilità dei superminimi individuali, senza tralasciare l’organizzazione dell’orario estivo che viene deciso unilateralmente dall’azienda”.

Oggi ulteriori otto ore sciopero in cui durante il presidio le lavoratrici e i lavoratori della Bergo hanno deciso di continuare la mobilitazione con nuove azioni in programma.

“A 12 anni dalla firma dell’ultimo contratto aziendale e a 9 dalla sua scadenza è inaccettabile che l’azienda rifiuti un qualsiasi confronto sulle richieste economiche della piattaforma per il rinnovo del contratto aziendale – conclude Fellini – Richieste che tengono conto della storia contrattuale aziendale e di un incremento del costo della vita di oltre il 20% nei soli ultimi tre anni, ma anche, responsabilmente, dell’incertezza del quadro economico generale.”

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