Verità per Giulio Regeni

ANALISI FIOM: EXPORT, CRISI DI SISTEMA

VECCHI (FIOM) “DISUGUAGLIANZE CONSOLIDATE. RAFFORZARE IL CONTRATTO NAZIONALE”

Fiom Fim e Uilm hanno chiesto 280 euro euro di aumento mensile nel triennio per i lavoratori metalmeccanici, fino ad oggi la controparte – Federmeccanica/Confindustria – ha sostenuto che questi aumenti sono insostenibili per le imprese. Ma le risorse per riconoscere questi aumenti ci sono?

“I bilanci delle imprese reggiane che applicano il CCNL Federmeccanica negli ultimi 10 anni, confermano una tendenza: purtroppo i profitti nel tempo crescono più velocemente dei salari, ma questo ci permette anche di dire che ci sono ampiamente le risorse per evitare l’impoverimento dei lavoratori.”

Si consolida la forbice della disuguaglianza
L’andamento della distribuzione della ricchezza ha la forma di una forbice, dove i profitti crescono e la quota di ricchezza che va ai lavoratori diminuisce: sul medio periodo, si può parlare di “consolidamento” di questa forbice, un fenomeno ormai strutturale degli ultimi dieci anni.
Prendendo a riferimento i valori dal 2014 delle aziende che applicano il CCNL Federmeccanica, negli ultimi anni la quota di valore aggiunto che va all’impresa (Ebitda) è aumentato di 9,31 punti percentuali mentre la quota che va al lavoro è diminuita di 9,53 punti percentuali.

Per la Fiom di Reggio “questo dimostra che se il CCNL non garantisce aumenti superiori all’inflazione inevitabilmente aumenta la disuguaglianza nella distribuzione della ricchezza, nelle grandi come nelle piccole imprese.
“Se gli utili crescono mentre diminuisce fortemente il potere d’acquisto, si determina una frattura sociale dentro le imprese con esiti non prevedibili” commenta Simone Vecchi Segretario provinciale della Fiom di Reggio Emilia.

PDF:ANALISI DEI BILANCI DELLE AZIENDE METALMECCANICHE (2014-2023)

Più utili, meno investimenti
Per la prima volta l’analisi dei bilanci permette anche di capire quanto, mediamente, siano gli utili reinvestiti in azienda; questione politica forte che intreccia anche il tema della tassazione dei profitti.
Gli ammortamenti in rapporto al’Ebitda possono dare una stima di quanta parte dei profitti lordi vien reinvestita in azienda.
Nelle aziende che applicano il contratto nazionale di Federmeccanica l’Ebitda è sempre cresciuto negli anni; negli ultimi 10 anni la quota di profitto reinvestito è in calo mentre gli utili netti (non reinvestiti) sono in netta crescita.
“In proporzione alla redditività – per la Fiom – si sono ridotti gli investimenti delle imprese, mentre gli utili crescono sempre, sul lungo periodo questo può trasformarsi in un indebolimento delle imprese – commenta Matteo Gaddi, dell’Ufficio Studi Fiom Nazionale che ha effettuato l’analisi – In dieci anni infatti il valore degli ammortamenti è aumentato del 78,61%, mentre gli utili netti del 332,94%”.

La contrattazione aziendale
Negli ultimi tre anni a Reggio Emilia la Fiom, insieme a Fim e Uilm, ha rinnovato decine di accordi aziendali, con aumenti anche di 80-90-110 euro mensili strutturali: aumenti che non hanno impedito ai profitti di correre più veloci del costo del lavoro.

“Gran parte delle imprese è riuscita ad assorbire gli aumenti salariali contrattati nel 2022 e nel 2023 aumentando i prezzi dei prodotti, e cosi sono cresciuti i profitti – dichiara la Fiom di Reggio Emilia – Le imprese riconoscendo questi importanti aumenti hanno fatto il bene dei dipendenti senza perdere di competitività, e mantenendo una redditività importante”.
“In queste aziende – prosegue la nota delle tute blu della Cgil reggiana – la forbice della disuguaglianza è consolidata quanto nel campione generale, a dimostrazione che la contrattazione aziendale è uno strumento insufficiente per redistribuire gli incrementi di ricchezza, e per questo – afferma Simone Vecchi, Segretario della Fiom di Reggio Emilia – “serve rafforzare il contratto nazionale””.

Cala l’export, aumenta la Cigo
I dati Istat più recenti riportano che l’export delle aziende metalmeccaniche reggiane è diminuito nei primi sei mesi del 2024 rispetto all’anno precedente. Sono migliaia i lavoratori metalmeccanici oggi in cassa integrazione in conseguenza di ciò.
I volumi di export del primo semestre 2024 si assestano ad un valore superiore di quello dello stesso periodo del 2021, che era stato l’anno record del secolo per valore dell’esportazione di prodotto, circa 2 miliardi di euro.

“E’ andato in crisi il modello tedesco, e per estensione quello europeo, di un’economia sostenuta principalmente dell’export di prodotti manifatturieri, questo ha ricadute sulla nostra economia locale: – spiega Vecchi – se non si rilancia la domanda interna attraverso l’aumento dei salari, la congiuntura negativa non sarà breve”.

La Fiom di Reggio riporta inoltre che “è cambiato l’utilizzo della Cigo da parte delle imprese rispetto a 10 anni fa, alla crisi del 2009” riferendo che sono sempre più le aziende che mettono in cassa integrazione anche i lavoratori cosiddetti “indiretti di produzione” e in particolare gli impiegati, comprimendo un costo una volta ritenuto incomprimibile.
“In questo modo – dichiara la Fiom – anche a fronte di una riduzione del fatturato le aziende riescono a risparmiare e salvaguardare la marginalità, a discapito delle retribuzioni dei lavoratori e, in alcuni casi, degli investimenti in ricerca e sviluppo”.

Box1: Salari e costo della vita
La Fiom ricorda come persino l’analisi congiunturale di Federmeccanica sul primo semestre 2024, presentata nelle settimane scorse dall’associazione degli industriali metalmeccanici di Confindustria, mostra che le retribuzione contrattuali da contratto nazionale sono cresciute del 14,6% dal gennaio 2022 al giugno 2024, mentre i prezzi al consumo nello stesso periodo sono aumentati del 19,5%.

“Gli ultimi aumenti contrattuali hanno spaventato alcuni industriali” dichiara la Fiom di Reggio Emilia, riferendosi agli oltre 250 euro di aumenti mensili medi che i metalmeccanici hanno avuto tra giugno 2023 e giugno 2024 “ma i dati oggettivi, riportati anche dall’analisi congiunturale di Federmeccanica, affermano che i lavoratori hanno perso circa il 5% del potere d’acquisto, che a nostro avviso va recuperato con questo rinnovo contrattuale. Il 10 ottobre ci sarà il prossimo incontro per il CCNL a Roma, lì ci aspettiamo una risposta in questa direzione o i lavoratori dovranno mobilitarsi per ottenere quello che è giusto”.

BOX SPECIALE PICCOLE IMPRESE (331 aziende con meno di 50 addetti)
L’analisi dei bilanci effettuata dalla Fiom di Reggio quest’anno si è concentrata anche su un campione di 331 aziende con meno di 50 addetti che hanno presentato i bilanci negli anni 2014, 2018, 2021 e 2023.

Più disuguaglianza
Lo studio mostra come sia negli ultimi dieci anni che negli ultimi cinque anni in queste aziende la forbice della disuguaglianza tra profitti e retribuzioni sia più marcata che nel campione generale delle aziende che applicano iil CCNL Federmeccanica e rispetto alle aziende sindacalizzate con contratto collettivo di secondo livello.
Negli ultimi 5 anni il costo del lavoro è aumentato del 28% mentre gli utili sono cresciuti del 150%, mentre nel campione più ampio i valori sono rispettivamente 22% e 69,64%.

Retribuzioni più basse senza sindacato
Non sorprende il dato che il costo del lavoro annuo per addetto sia più alto nelle imprese con contrattazione aziendale (solitamente sopra i 50 addetti) rispetto al campione delle imprese con meno di 50 addetti.
Nelle aziende in cui il sindacato contratta collettivamente aumenti per tutti, il costo annuo medio è quasi 64 mila euro, mentre nelle piccole aziende è poco meno di 54 mila euro, quindi nelle imprese sindacalizzate le retribuzioni sono il 18% in più di quelle senza sindacato, dove la retribuzione è determinata solo dal contratto collettivo nazionale e dagli aumenti o premi individuali.

Utili in crescita
Gli utili netti delle imprese metalmeccaniche reggiane sotto i 50 addetti sono passati dal 3,85% sui ricavi del 2018, al 4,8% del 2021 per arrivatre al 6,68% del 2023.
In particolare, nel 2023 la media degli utili netti per addetto è di quasi 18 mila euro l’anno.
Per la Fiom, con questi utili, vi sono ampiamente le risorse per garantire l’aumento di 280 euro richiesto nella piattaforma per il rinnovo del contratto nazionale proposta da Fim Fiom Uilm.

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