“Mentre non si placa il conflitto Israelo-Palestinese e la popolazione continua a morire nella Striscia di Gaza, mentre l’Italia si astiene, insieme a Germania e Gran Bretagna, dal voto della risoluzione ONU sul cessate il fuoco, mentre in tutta Europa si organizzano manifestazioni spontanee contro la follia di questa guerra, da circa un anno siamo in attesa di una risposta da Iren e Comune di Reggio Emilia sull’accordo siglato tra la partecipata e l’azienda israeliana Mekorot, accusata da diverse organizzazioni internazionali, tra cui Amnesty International, di gravi violazioni perpetrate nei Territori in cui opera a danno della popolazione palestinese”. Così la Cgil di Reggio Emilia che continua “È stato ormai da più parti documentato come il controllo israeliano sulle risorse idriche palestinesi altro non sia che uno strumento utile a costringere la popolazione a lasciare le proprie terre, generando un vero e proprio apartheid dell’acqua”.
“Non si può più far finta di nulla, la richiesta di chiarimenti inviata ormai un anno fa ad Azienda e Comune è rimasta totalmente inevasa. E’ più che mai urgente invece che i soggetti coinvolti si rendano disponibili ad aprire un confronto con le parti sociali e a mettere in discussione l’accordo siglato con la società Israeliana – scrive in una nota la Cgil di Reggio Emilia – Gli annunciati “vantaggi reciproci” per Iren e la stessa Mekorot previsti dall’accordo non possono ritenersi prevalenti rispetto alle gravissime accuse di cui la Società Israeliana deve farsi carico, né può una società partecipata come IREN, unitamente all’Amministrazione Comunale che la controlla, rendersi complice di una simile situazione che prosegue ormai da decenni e che ha visto il suo culmine negli ultimi mesi”.