I dati dell’analisi annuale effettuata dalla Camera di Commercio vanno letti con attenzione e meritano più di un approfondimento. Il rimbalzo, in parte atteso, che le imprese hanno registrato rispetto al 2020 non si è tradotto in un consolidamento di trend occupazionali stabili. A Reggio, come nel resto della penisola, l’occupazione che si crea è quasi sempre a tempo determinato e precaria. Questo fattore si riverbera sul senso di solitudine e preoccupazione dei cittadini e di converso sul loro progressivo scollamento verso il “fare comunità” e sulla loro sfiducia nelle istituzioni.
A tutto ciò si aggiunge la guerra in Ucraina che sta già predisponendo il Governo ad un drastico taglio delle stime di crescita in sede di messa a punto del DEF: si profilano infatti scenari da economia di guerra per tutta l’Europa. Il caro energia e la difficoltà a reperire materie prime stanno già stressando interi settori strategici per il Reggiano come la Ceramica. Anche la filiera agro-alimentare, passando per la grande distribuzione, rischia di avere nel breve pesanti contraccolpi.
Il caro bollette, che noi stiamo denunciando da mesi assieme a Federconsumatori, impoverisce le famiglie fino a spingerne una parte verso la soglia di povertà. Su questo fronte stride il contrasto fra i risultati importanti di Iren in termini di dividendi e l’importo a volte insostenibile di quanto gli utenti debbono pagare. Su questo punto specifico non si può evitare a lungo una riflessione che porti Comuni e Impresa a ragionare di come sostenere chi non ce la fa più a far quadrare il proprio bilancio domestico.
E’ necessario che tutte le parti sociali, gli attori istituzionali facciano appieno la loro parte, perché il disagio c’è, anche quando sembra covare sotto la cenere o si limita al mondo dei social o alle bravate di gruppi di giovani, e non va ignorato. Vanno date risposte, va ripensato il concetto tanto caro di “Reggio Città delle Persone” che o si allinea ad una società profondamente mutata con nuovi bisogni spesso inespressi o rischia di restare uno slogan tanto bello quanto vuoto.
Serve un patto sociale di levatura politica alta, che abbia come obbiettivo ascolto e partecipazione dei cittadini, dei lavoratori, dei pensionati e di chi li rappresenta, che partendo dal basso costruisca un progetto di futuro condiviso perché costruito con il contributo di tutti e pertanto di tutti e per tutti.
Cristian Sesena , Segretario generale CGIL Reggio Emilia