DATI ISTAT SU OCCUPAZIONE: QUADRO IMPIETOSO SOPRATTUTTO PER DONNE, GIOVANI E PRECARI
NECESSARIA PROROGA DEL BLOCCO DEI LICENZIAMENTI E AMMORTIZZATORI SOCIALI UNIVERSALI SE SI VUOLE EVITARE L’APERTURA DI UNO SCONTRO SOCIALE
Quadro nazionale
E’ di qualche giorno fa la pubblicazione dei dati ISTAT sullo stato di occupazione nel nostro Paese al 31.12.2020. Dati che mettono in evidenza un calo significativo dell’occupazione:
-Il mese di dicembre 2020 ha infatti fatto segnare un calo congiunturale, cioè rispetto al mese di novembre, di 101.000 occupati; di questi ben 99.000 sono donne; il numero di disoccupati cresce di 34.000 unita, mentre quello degli inattivi cresce 42.000 unità.
-La variazione tendenziale, cioè rispetto a dicembre 2019, evidenzia un calo di 444.000 occupati, e anche in questo caso il calo maggiore si concentra sulle donne (- 312.000). Gli inattivi, sempre come variazione tendenziale, aumentano di 482.000.
Il numero di occupati a dicembre 2020, quindi, si attesta al di sotto dei 23 milioni (22,8 milioni), con un calo rispetto a novembre dello 0,4%; mentre rispetto a dicembre 2019 con un calo dell’1,9%.
Rispetto ai 444.000 occupati in meno sul dicembre 2019, è interessante notare che:
i lavoratori dipendenti a termine calano di 393.000.
I lavoratori indipendenti calano di 209.000.
l’occupazione permanente è stata tutelata dal blocco dei licenziamenti e da ammortizzatori sociali; anche se pure in questo ambito il calo di 16.000 unità (dicembre su novembre) indica che anche per queste figure la situazione sta peggiorando, dato confermato dalle ore lavorate dei dipendenti: a dicembre 2020 le ore settimanali pro-capite sono state 28, contro le 30,4 di dicembre 2019.
Il tasso di disoccupazione tra i giovani (15-24 anni) a dicembre 2020 è stato pari al 29,7%.
Emilia Romagna
In Emilia Romagna, il tasso di disoccupazione a settembre 2019 era pari a 5,3%; mentre nel terzo trimestre 2020 è pari a 6,7% (+ 1,4).
Anche in questo caso i dati sono particolarmente negativi per le donne: nel terzo trimestre 2019 il tasso di disoccupazione era pari al 6,6% (4,2 per gli uomini), e nel 2020 è diventato 8% (5,6% per gli uomini).
Il tasso di occupazione nel terzo trimestre 2019 era pari a 69,9%, mentre in quello del 2020 è pari a 68,4%. Anche in questo caso il dato è più negativo per le donne che passano dal 63,4% (uomini 76,5%) del terzo trimestre 2019, al 61,7% (uomini 75%) del terzo trimestre 2020.
Se valutiamo l’intero 2019 il tasso di disoccupazione generale in Emilia Romagna è stato pari al 5,5%, quello dei giovani (15-24 anni) è stato pari al 18,5%.
“I dati sul trend dell’occupazione così come i dati diffusi dall’Inps sull’utilizzo della cassa integrazione (ricordiamo che si parla di 420 milioni di ore nel 2020 in Emilia- Romagna) sono impietosi e mostrano l’effetto di una pesantissima crisi sociale e occupazionale innescata dalla pandemia che colpisce duro trasversalmente tutti i settori e tutta la forza lavoro, con particolare accanimento sulle donne, sui giovani e sui precari. – sottolinea Valerio Bondi responsabile della contrattazione della Cgil di Reggio Emilia – E’ evidente che sarà per noi centrale la richiesta di proroga del blocco dei licenziamenti oltre il 31 marzo e di dotarsi di ammortizzatori sociali universali semplici nei meccanismi di utilizzo, primo fra tutti l’estensione e la rimodulazione dei contratti di solidarietà che rappresentano l’unico strumento efficace per combattere i licenziamenti e la macelleria sociale”.“Vorrei essere molto chiaro su un punto, infine – conclude Valerio Bondi -. Quale che sarà la data nella quale cesserà il blocco dei licenziamenti nessuno pensi che da li in avanti la festa è aperta e liberi tutti. E’ stato sottoscritto in Regione il “Patto per il lavoro” che contiene un impegno preciso sulla questione, affermando che è impegno dei sottoscrittori (Regione, Associazioni di impresa, Sindacati) favorire il maggior utilizzo possibile degli ammortizzatori ed evitare le procedure di licenziamento unilaterale. Questo deve essere il nostro riferimento, questa deve essere la pratica da tradurre in concreto sul nostro territorio, se si vuole evitare – con responsabilità di tutti – l’apertura di uno scontro sociale molto profondo”.