Che le misure di contrasto alla pandemia abbiano impattato pesantemente sulle strutture assistenziali, in particolare su quelle dedicate agli anziani, non è certo una novità, così come era chiaro che alcune problematiche amministrative e gestionali di queste strutture, già presenti e non risolte prima del covid, si sarebbero aggravate.
In questo anno e mezzo molte misure “emergenziali” sono state poste in essere per mantenere i servizi funzionanti nel modo migliore possibile, destreggiandosi tra rischio focolai, infrastrutture inadatte a gestire aspetti più sanitari che assistenziali e scarsità del personale disponibile.
E’ apprezzabile che il Comune di Reggio Emilia, faccia fronte economicamente alla straordinarietà della situazione, ma ormai appare chiaro che l’intera rete del welfare per i soggetti fragili va ripensata in una logica di programmazione di lungo periodo, per non farsi trovare impreparati quando finirà l’emergenza.
Siamo quindi preoccupati quando apprendiamo, dalla cronaca di una commissione consigliare comunale, che la Presidente di ASP Città delle persone si è vista proporre un nuovo contratto di servizio con un taglio rilevante dei posti letto disponibili e la chiusura del centro diurno per le demenze, quando tutti i giorni sentiamo famiglie in difficoltà nella gestione di anziani (e non solo) non autosufficienti che non trovano adeguate risposte dal sistema dei servizi.
O che, nonostante l’esternalizzazione di servizi e relativo personale, anche importanti per il benessere degli ospiti, quale ad esempio la preparazione dei pasti, l’unica soluzione che si immagina per il futuro è di “rivedere le rette”, ovviamente in aumento, come se non si sapesse che siamo già adesso “fuori mercato” rispetto alle offerte del privato, che spesso viene scelto dalle famiglie soltanto in ragione delle disponibilità economiche.
Tutto ciò nella totale assenza di un confronto di merito, preventivo, con i soggetti portatori di interesse nella materia, tra i quali rivendichiamo il ruolo delle associazioni sindacali che rappresentano i pensionati, e – ironia della sorte – in un distretto socio-sanitario che dagli ultimi dati disponibili risulta aver accantonato oltre 2 milioni di euro della sua quota spettante del Fondo Regionale per la Non Autosufficienza, in quanto non ha saputo o voluto impiegarli nelle annualità di competenza.
La nostra intenzione, subito dopo il periodo feriale, è di sollecitare ASP, Comune di Reggio Emilia e quant’altri interessati, ad aprire un percorso di confronto congiunto sulle prospettive di quella che è la più importante struttura socio-assistenziale per anziani e disabili della provincia.
Matteo Alberini – Segr. Gen. P.le SPI-CGIL