Il licenziamento che appena prima di Pasqua ha coinvolto l’unico delegato sindacale della PreGel chiede a gran voce giustizia.
Flai Cgil e Camera del Lavoro ribadiscono infatti che le motivazioni alla base del licenziamento, tra le altre l’ipotesi di rivelazione di segreti industriali, siano da considerare “pretestuose e insussistenti, configurando il licenziamento come ritorsivo rispetto all’attività sindacale”.
Allo stesso modo l’attività sindacale che avrebbe provocato il licenziamento – e cioè la richiesta del delegato di vedere verbalizzate le proprie osservazioni fatte durante una riunione per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro – era la pretesa del delegato di aver riconosciuto il ruolo che il protocollo salute assegna al sindacato.
Un licenziamento quindi che nulla avrebbe a che vedere con l’ipotetica scorrettezza dei comportamenti del lavoratore, bensì proprio con il suo status di rappresentate sindacale, trattandosi dell’unico dipendente che abbia accettato l’incarico in 52 anni di vita dell’azienda, per essere licenziato dopo quattro mesi dalla nomina.
E sapendo che mai in precedenza, nei cinque anni di rapporto, il delegato aveva ricevuto contestazioni disciplinari di sorta: anzi gli era stato conferito d’iniziativa dell’azienda un passaggio di livello e due aumenti di retribuzione.
E’ per queste ragioni, e perchè il licenziamento dell’unico rappresentante sindacale rende di fatto inoperante il Protocollo governativo sul contenimento del virus nell’azienda, che il sindacato fa sapere che “procederà a denunciare l’azienda per condotta antisindacale ai sensi dell’art. 28 dello Statuto dei Lavoratori, oltre che ad impugnare il licenziamento con la richiesta di farlo dichiarare nullo in quanto discriminatorio”.
Una decisione che potrebbe essere cambiata solo se l’azienda ritirasse, annullandola, la procedura di licenziamento. Solo a questo punto, per ristabilire la normale dialettica sindacato-impresa, Flai Cgil e Camera del lavoro confermano la propria disponibilità ad un confronto di merito e senza pregiudizi, su quanto accaduto.
QUI IL COMMENTO DI IVANO BOSCO, SEGRETARIO GENERALE CGIL REGGIO EMILIA